Narcolessia

La narcolessia è una malattia rara che, tuttavia, colpisce una percentuale sempre più crescente della popolazione eprovoca attacchi di sonno irrefrenabili e sonnolenza eccessiva. In Italia sembrano essere circa 24mila le persone ed esserne affette o perlomeno coloro che sono stati accertati, ma sicuramente non rientrano nel triste “conteggio” tante persone che molto probabilmente ne soffrono ma non hanno mai fatto ricorso ad alcuna diagnosi o visita specialistica e di conseguenza ne trascurano i sintomi e portano avanti una vita tra tante difficoltà ignari di soffrire di una malattia rara. La narcolessia può iniziare a manifestarsi durante l’adolescenza, a partire dai 15 anni, ma non viene diagnosticata fino all’età adulta, spesso perché scambiata per la mancanza di voglia di dormire che caratterizza la fase adolescenziale.

Soffrire di attacchi di sonno durante il giorno compromette infatti il normale svolgimento delle attività quotidiane. Per questo motivo, laddove vi fosse il sospetto di soffrire di narcolessia, è bene intervenire quanto prima, in modo tale da limitare il più possibile eventuali danni e problematiche. Il primo modo per farlo è quello di individuare i sintomi della malattia, così da poterla diagnosticare correttamente. Certamente convivere con la narcolessia è possibile, anche se occorre imparare a sopportare una serie di situazioni poco piacevoli: paralisi del sonno, allucinazioni, cataplessia, improvvisa perdita del tono muscolare, solo per citarne alcune.

Ad esempio il narcolettico, in seguito ad una forte emozione, può anche svenire o comunque cadere a terra perché perde le forze. Un altro aspetto complicato da gestire di questa malattia è che, nel momento in cui la persona narcolettica si addormenta (o quando si sveglia), ha il corpo paralizzato, pur rimanendo perfettamente cosciente. Non esistono, ad oggi, dei veri e propri trattamenti. La gestione della malattia consiste essenzialmente in una buona gestione del sonno e l’assunzione di antidepressivi che hanno il compito di contrastare gli “attacchi di sonno”. Vengono anche prescritti diversi trattamenti farmacologici per stimolare la vigilanza.

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